Torino = Emergenza urbanistica

Riunione tenutasi in Via Lessona il 19/7/2012, relatori V. Bertola e A. Iaria

La riunione aveva lo scopo di chiarire in che condizioni si trova l’edilizia torinese, l’attuazione del suo piano regolatore e la miriade di varianti messe in campo dalle giunte Chiamparino-Fassino.

Innanzitutto cosa si intende per urbanistica?

L’urbanistica è una disciplina che studia il territorio cittadino ed il suo sviluppo. Essa ha come scopo la progettazione dello spazio urbanizzato e la pianificazione organica delle sue modificazioni su tutto il territorio, compreso quello scarsamente urbanizzato. Estensivamente l’urbanistica comprende anche tutti gli aspetti gestionali, di tutela, programmativi e normativi dell’assetto territoriale ed in particolare delle infrastrutture e dell’attività edificatoria.

Per regolare l’urbanistica le città di una certa dimensione si sono dotate di Piano Regolatore.

Quello in vigore nella Città di Torino risale al 1995, aggiornato nell’aprile del 2009.

Nell’ordinamento italiano il Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) è definito come uno strumento che regola l’attività edificatoria in un territorio comunale. È uno strumento redatto da un singolo comune o da più comuni limitrofi (Piano Regolatore Generale Intercomunale) e contiene indicazioni sul possibile utilizzo o tutela delle porzioni del territorio cui si riferisce.

La prima “incongruenza” emerge dal numero di abitanti previsti per Torino nei prossimi anni.

Infatti prevede per Torino una popolazione teorica di circa 1100000 abitanti mentre in realtà si prevedono al massimo 950000 abitanti.

Se da un lato al momento della sua stesura non era prevedibile la crisi economica e la recessione in cui viviamo, dall’altro è un’abile mossa per avere carta bianca e costruire maggiormente.

Gli incrementi demografici sono calcolati in modo fasullo ed il risultato è un numero di appartamenti superiore al necessario.

Per modificare un piano regolatore si utilizzano le cosiddette varianti.

http://www.comune.torino.it/geoportale/prg/introduzione.htm

Ne esistono di tre tipi:

  1. strutturali: dettagli che modificano il piano regolatore, richiedono l’approvazione di Comune, Provincia e Regione;
  2. obbligatorie: per adeguarsi a iniziative nazionali (TAV, mondiali di calcio, ecc.);
  3. parziali: interventi semplici, basta l’approvazione del Comune.

Altro aspetto interessante è l’espropriazione di un terreno.

L’espropriazione per pubblica utilità è l’istituto giuridico in virtù del quale la pubblica amministrazione può, con un provvedimento, acquisire o far acquisire ad un altro soggetto, per esigenze di interesse pubblico, la proprietà, indipendentemente dalla volontà del suo proprietario, previo pagamento di un indennizzo.

L’espropriazione è espressione del potere ablatorioche, in varia misura, tutti gli ordinamenti riconoscono alla pubblica amministrazione e che consente alla stessa di sacrificare l’interesse privato in vista di un superiore interesse pubblico (che, nel caso dell’espropriazione per pubblica utilità è solitamente – ma non esclusivamente – quello di realizzare un’opera pubblica).

Per far sì che l’esproprio di un’intera area venga eseguito, il 75% dei proprietari della zona devono essere d’accordo; in questo caso il 25% rimanente si dovrà adeguare a tale decisione.

Dove si nasconde il vero guadagno per il Comune, tanto da spingerlo ad approvare vere colate di cemento e spesso opere ritenute inutili???

Il guadagno immediato del Comune si chiama Onere di Urbanizzazione.

http://www.altritasti.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1257&Itemid=45

Queste tasse vengono versate dal costruttore al Comune ma quest’ultimo si “dovrebbe” occupare dei servizi per la nuova zona residenziale.

In realtà questi soldi vengono utilizzati nell’immediato dal Comune per aggiustare il proprio bilancio, salvo rimanere senza denaro quando poi si tratterà di realizzare/mantenere i servizi per i cittadini.

La seconda parte della riunione è stata dedicata all’analisi di alcune varianti al piano regolatore che stanno creando dubbi, malumori e proteste tra i cittadini delle aree interessate.

E’ intervenuta al dibattito un’esponente del Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori” il quale è un aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia (sul modello del Forum per l’acqua pubblica), che, mantenendo le peculiarità di ciascun soggetto, intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/

Il primo esempio riguarda la Variante 200 ed in particolare il caso Scubatica.

Si tratta di un esproprio ai danni di un’azienda ben avviata nel settore delle energie rinnovabili ma che probabilmente si vedrà costretta a dichiarare fallimento non riuscendo a sostenere le spese per l’acquisto di una nuova struttura ed il relativo trasloco dei macchinari.

http://www.youtube.com/watch?v=W8BvxZvFHIo

Il secondo esempio riguarda invece la Variante 221, la quale riguarda l’area enorme attualmente occupata dalla ex-Thyssen Krupp (corso Regina Margherita).

L’idea del Comune è quella di cambiare a proprio piacimento la destinazione d’uso dell’area e consentire la costruzione di un’ampia zona residenziale di pregio con vista sul verde della Pellerina. Tutto ciò “dimenticandosi” del Castello di Lucento, adiacente alla ex-acciaieria, il quale invece dovrebbe essere valorizzato ed utilizzato come bene turistico, sull’esempio di Stupinigi o della Venaria Reale.

http://www.pagina.to.it/index.php?method=section&action=zoom&id=10570

Altro esempio di “urbanistica creativa” viene dall’area ex-ISVOR di corso Dante, dove sorgeva il primo stabilimento FIAT e dove oggi stanno erigendo una vasta area residenziale. Qui addirittura è stata acquisita (per usucapione?!?) dalla FIAT una parte di Via G. Chiabrera come se fosse un bene privato!

http://www.urbanfile.org/it/2008/05/Area-ex-ISVOR/

In conclusione si è parlato della Variante che interessa un’area verde ai confini tra la circoscrizione 3 di Torino e Grugliasco, in Strada della Pronda.

Quest’opera rientra nella grande trasformazione di Corso Marche in quello che dovrebbe diventare il canale di collegamento per la TAV Torino-Lione (ancora da capire quando si farà e tutto da progettare…).

Qui si prevede che tra la fine 2012 e la primavera 2013 inizieranno i lavori per l’ennesima colata di cemento: 6-8 palazzine di 8-12 piani (per chi???), una palestra da basket e l’ennesimo supermercato.

Già un supermercato: peccato che effettuando un sopralluogo si noti come lo shopville Le Gru disti meno di 800 metri e sia ben visibile a occhio nudo!

Inoltre la copertura finanziaria è tutto un punto di domanda. Dai dati forniti il costo complessivo dell’opera si aggirerà intorno agli 11 milioni di euro di cui 3 versati da società private; i rimanenti 8 milioni di euro dovranno essere versati dal Comune di Torino…